"Io non mi sono mai pentito nella mia vita d'aver fatto l'indomani quello che potevo fare oggi." (GUARESCHI)

giovedì 13 maggio 2010

I luoghi che ci appartengono.

E' innegabilmente un maggio piovoso. Pure freddino, anche se nei momenti di sole fa subito caldo. Tutto intorno pioggia e verde, sembra di essere in Irlanda, o nella brughiera, tra le pagine di un romanzo di Jane Austin.
Ma ai papaveri non importa: fedeli alla consegna, impavidi, sfidano la pioggia invadendo i campi, gli argini, i giardini; il mio nuovo vicino non si è curato del fazzoletto di terra davanti a casa, e si ritrova in questi giorni una fioritura generosa e compatta di soffici corolle scarlatte, dono di benvenuto della natura che ci ospita.
Complici dei fiori, i grilli chiamano l'estate a gran voce, non solo di sera, ma per tutto il giorno. Appena c'è un raggio di sole, ci buttiamo letteralmente fuori, ci mettiamo al sole per scaldarci i pensieri: l'aria è fresca, ideale per camminare. Sono pochi i giorni così propizi al cammino, appena sarà bello stabile farà già troppo caldo al pomeriggio, non sarà la stessa cosa.
Il “nostro” campo, fotografato in veste nuziale sotto una meravigliosa nevicata in febbraio, ci accoglie ora con le piantine di granturco e le chiome verdi di frumento: ci fermiamo ad ascoltare come sussurrano mentre il vento le pettina. Nel ruscello di fianco, nuotano tanti pesci.
Quel campo non è di nostra proprietà: è nostro perchè noi gli apparteniamo. Molti luoghi sono nostri in questo senso, sono nostri come gli amori, non perchè li possediamo, ma perchè "noi" li amiamo, perchè fanno parte di noi come il colore dei nostri capelli e dei nostri occhi: altrimenti come sarebbe possibile ricordare dopo decine di anni la sensazione che ci dava, ad esempio, la casa dei nonni, che non esiste più dal '70, o la passeggiata serale nella piazza di un paese natale che non vediamo più da trent'anni?
Noi apparteniamo ai luoghi, anche e soprattutto in virtù della loro bellezza e del loro significato profondo nelle nostre vite: possono essere posti visti anche solo una volta, indimenticabili nonostante il poco tempo vissuto, incancellabili forse proprio per essere stati amati a prima vista, anche se non abitati a lungo.

Ma io sono un albero dalle radici profonde, amo più profondamente la terra che mi ospita e mi nutre con costanza, attraverso le stagioni buone e avverse, torno fedele a posare passi sicuri sul “mio” campo che non sarà mai mio; ai miei occhi innamorati appare diverso ogni giorno. Sono grata agli agricoltori che ne godono la proprietà e che lo curano; come un'amante io abito il suo meglio senza sopportarne il peso quotidiano, e senza sentirmi in colpa, per questo, solo...in debito, e piena di gratitudine.

venerdì 7 maggio 2010

Il bandolo

Riflettevo su quanto debba durare un periodo così nebuloso. Sono sempre stata una persona molto attiva e concreta, e non capisco il mio trascinare le giornate tra un'emergenza domestica e l'altra, inconcludente, senza mai vedere dei risultati soddisfacenti.
Da una parte penso che, non lavorando, dovrei per esempio essere in pari con i lavori domestici, avere la casa "linda" e in ordine, la biancheria stirata, il giardino fiorito e unn bel sorriso sulle labbra, dato che non sono costretta a lottare per la sopravvivenza grazie al sostegno di Mio Marito (Santo Marito che mi Mantiene!).

In realtà SONO ISTERICA!!, diciamoci la verità! (Santo Marito che, oltre a non godere dei benefici di avere la mogliettina a casa, trova al suo posto una quarantenne acida e depressa che porta in tavola pasta in bianco e bastoncini di pesce...)

TROVATI UN LAVORO! Mi ingiunge la Marì-Stilista-Donna in Carriera che ero prima!
E lì sta il punto. (Come avrete notato si tende ad alzare la voce in queste discussioni, a casa mia; clima da quartieri spagnoli di Napoli...)

Il Punto è: siamo sicuri che rientrare nell'ingranaggio ben oliato di produrre-guadagnare-viaggiare-avere la colf-fare i massaggi e lo shopping per togliermi lo stress sia un passo avanti? Siamo sicuri che questo sia l'unico modo per me di vivere adeguatamente l'unica vita che mi è data?

Il dubbio che ho nel cuore è che, se questo momento di rottura è arrivato, se questo caos travolge silenziosamente la mia vita, ci sia un motivo, una stella che danza che vuole essere partorita (vedi la frase di Nietzsche in alto a sinistra).
Questa stella non ancora nata non può essere la mia vita di prima, deve essere migliore. Se tutto questo sta succedendo è per andare avanti, per salire, per accedere a un livello superiore.

Questa è la mia consapevolezza di oggi. Proprio di stamattina.

La domanda successiva è: da dove comincio, se non so ancora la direzione che devo prendere?
E' lì che ci soccorrono i grandi filosofi e pensatori, coloro che con la loro profonda saggezza illuminano le povere vite di noi semplici esseri umani: Forrest Gump. Anzi, a suo dire, sua mamma, diceva:

FAI IL MEGLIO CHE PUOI CON QUELLO CHE HAI

Comincio subito, e domani vi racconto come.